Il progetto Alternative in Appennino che vi presentiamo in questa pubblicazione è frutto di un anno di lavoro di ricerca degli operatori TAM, Tutela dell’Ambiente Montano. La maggior parte di noi operatori tuttavia abita in pianura…
E siamo perfettamente consapevoli del fatto che la montagna, per essere tutelata, deve essere “presidiata”. La pubblicazione CAI Montagna e natura del 1978 descrive, a nostro parere, perfettamente la situazione: «Tenuto conto che l’uomo, dopo secoli di presenza attiva in montagna è venuto a far parte di quell’ecosistema e contribuisce pertanto a mantenerlo in equilibrio, le conseguenze del suo abbandono o del suo disinteresse investono direttamente l’ecosistema provocandone la degradazione. La mancanza di sorveglianza e sistemazione dei versanti e manutenzione dei canali di deflusso favorisce i dissesti idrogeologici; la diserzione delle aree pascolive ne provoca l’invasione con piante infestanti; la carenza di cura per il bosco, con sfoltimenti e rinnovi, facilita la diffusione di parassiti e di malattie e ne riduce il rigoglio». «Un conto è vivere la montagna, tutt’altra cosa è vivere in montagna…Ci sono le persone che lì vivono, con le loro storie, le loro tradizioni, le loro difficoltà, i loro bisogni e le aspettative per il futuro, e che devono essere al centro del presente e del futuro della montagna». M360, maggio 2022.
Luca Calzolari ci perdonerà se prendiamo in prestito le sue parole per la presentazione di questo libretto, ma la troviamo perfetta per il nostro progetto.
Alternative in Appennino nasce dalla volontà, nel nostro piccolo, di provare a “riportare al centro” le aree montane marginali, periferiche, con la convinzione che esse possano diventare il trampolino di lancio del turismo sostenibile promosso dall’ONU con l’Agenda 2030. La nostra ricerca mette in evidenza come la montagna appenninica sia ricca di spazi rarefatti che possono essere reiventati, di territori che possono essere riabitati (e dunque presidiati) e territori da non abbandonare…anche grazie alla nostra frequentazione, tramite le escursioni sezionali, ma anche semplicemente con gruppi di amici. È importante sottolineare che le potenzialità turistiche (economico-turistiche) espresse da questi territori prevedono uno sviluppo qualitativo ed espressione delle peculiarità locali, piuttosto che quantitativo generalizzato. La qualità piuttosto che la quantità. Il locale piuttosto che il globale.
Buone escursioni!
Gli operatori TAM dell’Emilia-Romagna