Più controlli in montagna? "Noi li chiediamo da anni, i sentieri non sono strade". Così Massimo Bizzarri, presidente del nostro CAI Emilia-Romagna, ha replicato alla Lega che ieri a ribadito la sua presa di posizione in difesa degli enduristi, con alcune dichiarazioni all'agenzia DIRE, rilanciate da diversi organi di informazione.
In particolare, il Carroccio ha condannato l'episodio di sabato scorso a Palanzano, dove un motociclista è rimasto ferito per una caduta causata da un filo metallico teso tra due alberi in una strada sterrata.
"Condanniamo questi episodi -afferma Bizzarri, parlando alla 'Dire'- è un attacco vile e vigliacco. Non è concepibile".
La Lega per questo ha chiesto più controlli alla Regione sui sentieri; anche il CAI chiede da anni più controlli, ma ponendo un altro punto di vista:
"I sentieri non sono delle strade -afferma Bizzarri- troviamo enduristi all'interno di parchi e siti protetti e fanno attività anche quando piove devastando il terreno. Basta andare a guardarne i video su Youtube". E aggiunge:
"Noi facciamo manutenzione su 60.000 chilometri di sentieri in Italia, circa 7.000 in Emilia-Romagna. Non facciamo manutenzione dove passano le moto. La Regione Emilia-Romagna è l'unica ad avere una legge così aperta per le moto sui sentieri; noi ribadiamo la nostra ferma posizione:
ammettere le moto sui sentieri, soprattutto ora che si parla tanto di tutela dell'ambiente e decarbonizzazione, è fuori da ogni logica".
E anche dire, come fa la Lega, che fermare gli enduristi penalizza le attività commerciali della montagna "è una sciocchezza -attacca il numero uno del CAI- se mettiamo sul piatto della bilancia quanto portano i turisti a piedi e quanto portano quad o enduro, è facile tirare le somme. Chi sostiene il contrario, porti dei dati per dimostrarlo".
Secondo Bizzarri, del resto, "le attività in moto possono essere fatte in un altro modo, ne vediamo tanti per strada sui nostri passi. E quelli portano turismo".