Il 14 luglio un nutrito gruppo del CAI ha presenziato alla cerimonia ufficiale di consegna delle 4 Panda donate dal CAI ad ANPAS per sostenere l'assistenza domiciliare nella nostra regione, tanto più importante nel contenimento della pandemia.
La cerimonia si è svolta con la sobrietà, attenzione e partecipazione dovute, presso la sede regionale dell'Anpas a Bologna; le parole scambiate hanno confermato l'amicizia che lega CAI e ANPAS e l'attenzione rivolta dalla Regione verso le terre alte.
Le quattro Panda consegnate erano già operative a vantaggio delle pubbliche assistenze di Bore (PR), Montefiorino (MO), Ponte dell’Olio (PC) e Ventasso (RE).
Il presidente Massimo Bizzarri, dopo aver ricordato il legame che già legava CAI e ANPAS (con la realizzazione della Casa della Montagna di Amatrice) in una cordata simbolica di amicizia e solidarietà, ha sottolineato come questa donazione sia un aiuto concreto e veramente utile nei confronti della parte più debole della popolazione e a vantaggio delle terre alte.
La Presidente di ANPAS Emilia-Romagna Miriam Ducci ha rimarcato l'importanza dei concetti di condivisione e di rete nel mondo dell'associazionismo, oltre al comune impegno delle due associazioni nel promuovere i valori della tutela dell’ambiente e della qualità di vita.
In conclusione, l’Assessora Barbara Lori ha rimarcato l'attenzione della Regione nei confronti delle terre montane: “la montagna viene guardata con attenzione dalla Regione: intendiamo ridurre le diseguaglianze territoriali, per dare alle persone l’opportunità di rimanere a vivere nelle Terre Alte, con lavoro e servizi. La consapevolezza che questa attenzione è condivisa da associazioni come il Club Alpino Italiano e Anpas ci dà ancora più fiducia”.
Sui siti delo scarpone on-line e della regione Emilia-Romagna altri dettagli della cerimonia:
In questo periodo di, seppur cauta, ripresa di attività, la Commissione Medica ci viene in aiuto proponendo alcuni spunti di riflessione.
Qui sotto trovate i primi due interventi: Gianluca Giovanardi commenta il report dell'ISS per parlarci di numeri e diffusione del COVID-19, Anna Maria Ferrari ci parla dell'importanza e del corretto uso della mascherina.
Nei prossimi giorni aggiorneremo questo post con altri video: continuate a seguirci per restare aggiornati!
Fin dai primi giorni del lockdown diverse sezioni e sottosezioni Cai dell’Emilia-Romagna si sono attivate spontaneamente per contribuire, sia economicamente che con collaborazioni attive, al sostegno della popolazione della nostra regione e degli enti preposti al contenimento della pandemia.
L’adesione alla raccolta fondi è stata vasta, diffusa e partecipata: le realtà Cai del nostro territorio hanno devoluto complessivamente € 25,670, di cui € 4000 dal GR alla Protezione Civile dell’E-R e la restante somma a ospedali, ausl, pubbliche assistenze, cooperative sociali dei rispettivi territori comunali o provinciali.
Oltre alla donazione in denaro, varie sezioni e sottosezioni si sono attivate con i propri soci per contribuire e partecipare alla distribuzione di cibo ed altri beni di prima necessità alle famiglie in difficoltà.
Tutte queste iniziative hanno rinnovato e tutt’ora rilanciano il significato dell’appartenenza al Sodalizio, soprattutto nel recente periodo di forzata inattività. Rinnovare il ‘bollino’, infatti, non è solo un modo per accedere a servizi e convenzioni a vantaggio di soci uniti dalla stessa passione, ma è la conferma della condivisione di valori comuni, tra cui il riconoscimento dell'importanza di amicizia, aiuto reciproco e solidarietà. Il rispetto di questi valori ci lega in cordate per condividere scalate, panorami, pause, fatiche e rinunce, ma anche in questo periodo in cui non è stato possibile frequentare le nostre amate montagne, quegli stessi valori sono stati preziosi alleati, facendoci sentire più forti e coesi di fronte alle difficoltà, alla ricerca di modi alternativi per esprimere la nostra missione.
In attesa di poter tornare a frequentare le montagne, il CAI ha deciso di pensare a chi ha bisogno di assistenza, soprattutto in questo periodo di isolamento forzato: come gesto concreto di solidarietà ha stanziato mezzo milione di euro per sostenere l'assistenza domiciliare con ANPAS.
I 500mila euro saranno utilizzati per l'acquisto di 50 Fiat Panda, donate e messe a disposizione delle pubbliche assistenze di tutto il territorio nazionale per raggiungere le case di chi è in difficoltà a causa dell'emergenza in corso.
Parallelamente a questa iniziativa, il Club alpino italiano ha stanziato un milione di euro a favore delle proprie Sezioni in difficoltà a causa dell'interruzione delle attività.
Questo un fondo di previdenza a favore delle Sezioni recuperando la somma dagli avanzi di bilancio degli anni scorsi.
«Con questo fondo vogliamo supportare le spese correnti di tipo stabile delle nostre Sezioni che nel corso di questo difficile anno ne avranno necessità» precisa il Presidente Generale Torti. «Un fondo che potrà essere utilizzato sia per spese relative alle sedi, sia per affrontare problematiche riguardanti i rifugi alpini e appenninici che subiranno un'inevitabile contrazione dell'attività».
I dettagli delle operazioni sono pubblicati su lo sparpone on-line:
http://www.loscarpone.cai.it/news/items/coronavirus-cai-dona-ad-anpas-50-auto-per-lassistenza-domiciliare.html
http://www.loscarpone.cai.it/news/items/cai-costituito-un-fondo-solidale-per-sezioni-in-difficolta.html
In questi giorni difficili e tristi, vi riportiamo il messaggio che il PG rivolge a tutti i soci, disponibile anche sul sito CAI e approfondito anche nell'editoriale di Montagne360, straordinariamente disponibile online per tutti.
Socie e Soci carissimi,
stiamo vivendo momenti difficili e tristi, messi a confronto con realtà crude e difficilmente immaginabili, che, nel giro di un mese, hanno cambiato la nostra vita tanto repentinamente, quanto profondamente.
Siamo stati chiamati a confrontarci con drastiche limitazioni nella libertà di movimento e con la necessità di adottare stili di vita , dall’oggi al domani, radicalmente diversi, di pari passo con le incertezze ed i timori per quanto potrebbe accadere a ciascuno di noi, nessuno escluso.
A questa delicata, quanto complessa, situazione dobbiamo adattarci prontamente, prestando una grande attenzione ai comportamentii da tenere, per noi stessi e per gli altri, a cominciare dalle fasce della popolazione più esposte alle conseguenze del possibile contagio da coronavirus.
Nell’editoriale che trovate nel numero in uscita di Montagne360 (aprile 2020), per la prima volta on line e a disposizione di tutti, stante l’impossibilità segnalataci di provvedere a gran parte della distribuzione postale, oltre a raccontare l’esempio lodevole di Codogno, zona rossa della prima ora, informo tutti voi della sospensione temporanea, adottata sino dal 5 marzo, di tutte le assemblee sezionali, regionali e persino di quella nazionale, nonchè delle attività che avrebbero comportato riunioni e la copresenza di persone, con riferimento anche a quelle in ambiente.
Si è trattato, come potrete intuire, di un provvedimento sofferto, quanto condiviso a tutti i livelli centrali, che è stato apprezzato dalle Sezioni e dai Direttivi, oltre che dalla Commissioni Tecniche e che, visto alla luce dell’oggi, è risultato corretto e tempestivo, benché già con la consapevolezza – sol che si consideri che il 31 gennaio la Presidenza del Consiglio dei ministri aveva dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi – che ulteriori differimenti avrebbero dovuto essere adottati e molte attività sospese, in attesa di un ritorno alla normalità dai tempi lunghi.
In contemporanea e molto opportunamente i responsabili del nostro Soccorso alpino hanno avviato una campagna di generale sensibilizzazione perchè si evitasse qualunque forma di attività in montagna, non solo per il pericolo di contrarre o diffondere il virus – comunque presente – quanto piuttosto per non coinvolgere i soccorritori volontari, in caso di incidente, a contatti dall’esito imprevedibile (molti sono gli operatori sanitari contagiati) e, ancor più, per non aggravare il carico delle strutture ospedaliere, già al limite del collasso, col rischio di compromettere, oltre all’altrui, anche la propria possibilità di cura.
Ecco perchè abbiamo ricordato a tutti, soprattutto agli irriducibili, che “Le montagne sanno aspettare”, richiamando alla pazienza e alla rinunzia, qualità che ci hanno insegnato i più grandi alpinisti, a cominciare da Reinhold Messner che, ancora nelle recente favola di Layla, ha ribadito che “la rinunzia, non il consumo, è la chiave della felicità”.
Certo , abituati come eravamo – ma già non siamo e non potremo essere più – ad una quotidinianità contrassegnata dal “tutto e subito”, con una commistione di perenne insoddisfazione e incapacità di attesa, con priorità spesso votate al dispendio di risorse, l’impatto sarà duro, ma offrirà l’occasione per ripensare e rivedere abitudini negative, anche perché, come osservava Michael Ende, “in questi anni siamo corsi così avanti che ora dobbiamo sostare per consentire alle nostre anime di raggiungerci”.
Non so dire se quanto sta accadendo sia paragonabile ad una guerra, anche se è certo che ci confrontiamo con un nemico, per quanto invisibile, ma credo che tutti noi e, quindi, il nostro Club alpino italiano, avremo un ruolo fondamentale nell’indirizzare il dopocoronavirus verso una effettiva attenzione ed un reale rispetto per la natura, la bellezza e, quindi, l’uomo.
E se l’oggi non è paragonabile a momenti come quelli vissuti nel 1939, quando fu modificato dall’alto l’art.12 dello Statuto, prevedendo che “i Soci…debbono esclusivamente appartenere alla razza ariana”, il “dopo” di questa pandemia dovrà comunque vederci animati dalla stessa determinazione dei nostri predecessori, così chiaramente espressa, nel 1944, dall’allora Reggente Guido Bertarelli : “La bufera che colpisce le nostre sezioni e i nostri rifugi è forte, tuttavia noi abbiamo un dovere evidente: mantenere salda la compagine e difenderla; poi si discuterà del meglio da fare. Stiamo tutti uniti e concordi :riprenderemo con vigore nuovo”.
Rispettiamoci ed aiutiamoci, quindi, oggi, perché il momento in cui riprendere appieno la vita e, con essa, le nostre attività ed iniziative arrivi il prima possibile.
E se avremo saputo “mantenere salda la compagine”, riconfermando la nostra appartenenza al Sodalizio, nonostante qualche contingente difficoltà nelle iscrizioni e nei rinnovi, saremo in grado di riprendere con ancor maggiore entusiasmo il nostro “Sentiero” e tornare, finalmente, alle nostre montagne, riscoprendole, se possibile, ancora più belle di come le abbiamo lasciate.
E allora, care amiche e cari amici, con un rinnovato invito alla pazienza, non posso che raccomandarvi di avere cura di voi e dei vostri familiari, assicurando al CAI, appena possibile, la vostra preziosa appartenenza.
Arrivederci a presto.
Vincenzo Torti
Presidente generale Club alpino italiano
INVITO AD ASTENERSI DALLE ATTIVITÀ
In questa delicatissima fase storica e sociale, il nostro CLUB ha disposto, dopo il susseguirsi di comunicati via via sempre più restrittivi, la cessazione di tutte le attività per arrivare all’ultimo invito di astenersi della frequentazione della montagna, senza se e senza ma, forti di quello spirito di solidarietà e responsabilità che ci contraddistingue.
E a ciò si aggiunga che con #iorestoacasa non si vanno a distogliere energie, uomini, donne e mezzi per eventuali operazioni di soccorso e successivi ricoveri in ospedale.
L’appello del Club alpino italiano è di saper rinunciare responsabilmente alla frequentazione delle Terre Alte fino al superamento dell’emergenza Covid-19.
Io resto a casa: un invito alla responsabilità, in questi giorni di emergenza per la diffusione del Covid-19, valido anche per chi va in montagna.
Il Club Alpino Italiano lancia un appello ai propri Soci e a tutti gli amanti delle Terre alte, chiedendo di rispettare la prescrizione governativa a non uscire di casa se non per comprovate necessità; il che equivale a rinunciare, per qualche tempo, e nell’interesse generale, alla frequentazione di sentieri, rifugi, vie alpinistiche e pareti.
Gli appassionati di montagna già sanno che, talvolta, è necessario saper rinunciare ad una vetta per non mettere a repentaglio la sicurezza propria, dei compagni e degli eventuali soccorritori in caso di incidente. Tutto questo è senso di responsabilità.
Solo in questo modo sarà possibile difendere il bene prezioso della salute, salvaguardando, nel contempo, il lavoro di medici ed infermieri che si stanno prodigando in modo encomiabile ed evitando che un sistema sanitario già messo a durissima prova si trovi nella impossibilità di prestare idonee cure a tuti coloro che ne avessero bisogno.
A seguito degli ultimi provvedimenti del governo, il Cai Centrale, dopo la decisione diramata ieri di posticipazione tutte le assemblee, questa sera ha inviato un nuovo comunicato (che trovate in allegato) circa le MODALITA’ DI APPLICAZIONE DEL DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 4 MARZO 2020 E COPERTURE ASSICURATIVE CAI
Non posso quindi che raccomandare a tutte e tutti coloro che hanno responsabilità apicali, di dare le corrette indicazioni sulla gestione e l’apertura di palestre di arrampicata e delle sedi.
Il Presidente
Massimo Bizzarri
A tutte le Sezioni e Soci CAI dell'Emilia-Romagna
A seguito dell'ordinanaza e del comunicato emessi dalla regione Emilia-Romagna il 23 febbraio sul noto problema dell’emergenza Coronavirus e dei relativi chiarimenti applicativi diramati il 24 febbraio alle ore 19:04 e con ultimo aggiornamento delle 20:08 (disponibili su https://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/attualita/coronavirus-manifestazioni-pubbliche-servizi-e-attivita-quelle-da-sospendere-e-quelle-che-possono-proseguire) si precisa che è possibile riprendere le normali attività di sezione e le attività corsistiche.
Ogni presidente, sezione e direttore dovrà quindi svolgere le dovute valutazioni a seconda della specifica attività e nel rispetto di eventuali ulteriori prescrizioni specifiche delle autorità territorialmente competenti.
Restano esplicitamente esclusi certi eventi pubblici (ad esempio rappresentazioni teatrali, cinematografiche, musicali ecc..) mentre non sono sospese le attività che attendono all'ordinario svolgimento della pratica corsistica e amatoriale (corsi di varia natura e allenamenti sportivi).
La circolare, che invitiamo a valutare con attenzione, precisa che potranno rimanere aperti i luoghi di svolgimento dell’attività corsistica ordinaria di vario tipo (es. centri linguistici, centri musicali e scuola guida), gli impianti sportivi (centri sportivi, palestre pubbliche e private, piscine pubbliche e private, campi da gioco, ecc.), e in generale tutte le strutture quando le attività non prevedano aggregazione di pubblico (“porte chiuse”) o eccezionali concentrazioni di persone. Sono escluse dalla sospensione anche le attività svolte da guide e accompagnatori turistici.
Possiamo quindi tutti riattivarci in tal senso, nel rispetto della circolare.
Il presidente del gruppo regionale CAI Emilia Romagna
Massimo Bizzarri